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Le fasi di trattamento

Come funzionerà l’impianto di biodigestione anaerobica e compostaggio?

L’impianto di biodigestione anaerobica e compostaggio sarà un sistema integrato, costituito da due sezioni di lavorazione diverse: una per la produzione di biometano ed una per la produzione di compost. Tutte le operazioni avverranno in un ambiente confinato e completamente chiuso. Per evitare la dispersione di odori ed emissioni, lo stabilimento sarà tenuto in depressione e l’aria verrà sottoposta a trattamento di depurazione prima di essere immessa in atmosfera.

  1. Il biometano
    Il progetto prevede un impianto di biodigestione anaerobica dei rifiuti organici per la produzione di biogas. Si tratta di un “sistema chiuso” all’interno del quale la sostanza organica viene trasformata ad opera di microrganismi anaerobi che, in assenza di ossigeno, la degradano producendo biogas. Attraverso un passaggio successivo, cosiddetto di upgrading, si ottiene il biometano.
  2. Il compost
    Una seconda sezione di lavorazione serve per la produzione del compost. Al materiale in uscita dal processo di digestione anaerobica viene aggiunta una frazione derivante dagli sfalci e dalle potature. Questo materiale subisce, in un ambiente confinato e controllato, un processo aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica e successiva raffinazione, attraverso il quale si ottiene un compost di qualità, molto utile come fertilizzante naturale del terreno.

Come verrà utilizzato il biometano prodotto?

Il biometano prodotto verrà immesso nella rete del gas naturale e potrà essere utilizzato per il riscaldamento oppure come biocarburante per l’autotrazione.
Va sottolineato che per poter essere immesso nella rete, il biometano dovrà rispettare degli standard qualitativi molto elevati, fissati dalla normativa tecnica applicabile e dal gestore della rete.

Quali saranno le caratteristiche del processo di raffinazione (upgrading) del biogas?

Il biogas che si formerà nella fase di digestione anaerobica sarà composto prevalentemente da metano e anidride carbonica, più altri composti indesiderati come acido solfidrico, vapore acqueo, ammoniaca, sostanze organiche, ecc..
Il processo di raffinazione del biogas ai fini della produzione di biometano prevederà una prima fase di pretrattamento finalizzata principalmente alla rimozione dell’acido solfidrico in modo selettivo ed alla sua ossidazione a zolfo elementare, oltre cha alla rimozione di altri componenti indesiderati quali polveri, sostanze organiche, ammoniaca, ecc. Tale trattamento avverrà in uno scrubber (torre di lavaggio) in cui circolerà una soluzione basica in grado di reagire con l’acido solfidrico ed altri composti presenti nel biogas. Lo spurgo del sistema di abbattimento sarà costituito da una soluzione contenente una sospensione di zolfo elementare che verrà avviata ad impianti esterni di trattamento come rifiuto liquido (acque di processo).
A seguito della prima fase di pretrattamento nella torre di lavaggio, il biogas verrà ulteriormente trattato in filtri a carbone attivo per l’ulteriore abbattimento dell’acido solfidrico e di sostanze organiche eventualmente ancora presenti.
Il biogas pretrattato verrà poi avviato alla successiva fase di trattamento (upgrading) per la rimozione selettiva dell’anidride carbonica e la formazione del biometano.

Sarà previsto uno stoccaggio del biogas in attesa del processo di raffinazione (upgrading)?

L’impianto è progettato per assicurare che tutto il gas prodotto sia inviato alla fase di raffinazione (upgrading) e venga quindi immesso nella rete in continuo (24 ore su 24).
In occasione di eventi straordinari che impediscano l’immissione in rete del biometano, questo non verrà disperso in ambiente ma ricircolato in testa all’impianto e gestito attraverso una torcia automatica di sicurezza.
Stiamo attualmente valutando di dotare l’impianto anche di un serbatoio di stoccaggio del biogas, che consentirebbe, in caso di eventi straordinari, di limitare il ricorso alla torcia di sicurezza.
In ogni caso l’impiantistica di gestione e l’eventuale stoccaggio del biometano/biogas avrà tutte le caratteristiche tecnologiche per assicurare le massime condizioni di sicurezza, come previsto per serbatoi ed impianti di gas metano o gpl utilizzati per l’autotrazione o il riscaldamento in zone non servite dalla rete.

Quali trattamenti chimici subirà il compost prodotto? Come verrà utilizzato?

Non sarà effettuato nessun trattamento chimico per la produzione del compost.
L’attenta selezione dei materiali in ingresso all’impianto, la fase di trattamento aerobico e la successiva fase di raffinazione finale per la produzione del compost, garantiranno un prodotto di qualità, certificato e rispondente agli standard previsti dalla normativa vigente e dal Consorzio Italiano Compostatori.
Il compost sarà adatto ai più svariati impieghi agronomici, dal florovivaismo alle colture praticate in pieno campo in sostituzione di fertilizzanti chimici. Verrà anche messo a disposizione dei cittadini e delle aziende agricole del territorio che potranno recarsi presso l’impianto per prelevarlo.

Sarà prevista l’installazione di un impianto di cogenerazione? Sarà prevista attività di combustione?

L’impianto di biodigestione anaerobica e compostaggio non è progettato per la combustione del biogas, ma è progettato e sarà realizzato per trasformare, attraverso un processo di raffinazione (upgrading), tutto il biogas prodotto in biometano da immettere in rete.
Nel progetto è prevista l’installazione di una caldaia a cogenerazione che servirà per produrre l’energia elettrica ed il calore necessari a far funzionare l’impianto e scaldare gli ambienti di lavoro.
Si tratta di una moderna caldaia che non sarà alimentata con il biometano prodotto dalla biodigestione anaerobica, ma con il metano prelevato dalla rete, proprio al fine di garantire ulteriormente i cittadini rispetto alla qualità delle emissioni prodotte.
Come noto la combustione di metano è quella più pulita dal punto di vista ambientale rispetto all’utilizzo di gasolio o di altri tipi di combustibile tradizionali.

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