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L'impatto ambientale e le misure di contenimento

Quale impatto avrà sull’ambiente circostante?

La tecnologia utilizzata è finalizzata a ridurre al minimo l’impatto ambientale, infatti la progettazione dell’impianto è stata effettuata nel rispetto delle Migliori Tecniche Disponibili per il “trattamento dei rifiuti”, adottando le più efficienti soluzioni tecnologiche e gestionali, nonché i migliori presidi ambientali.
Le Migliori Tecniche Disponibili sono approvate dalla Commissione Europea e si applicano a tutti gli impianti simili che vengono costruiti in Europa.
Per il settore del “trattamento dei rifiuti”, si fa riferimento alla “DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2018/1147 DELLA COMMISSIONE” del 10 agosto 2018 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 17/08/2018.
Il progetto prevede l’adozione di una serie di misure di contenimento finalizzate a minimizzare gli impatti ambientali con particolare riferimento a emissioni in atmosfera, traffico veicolare ed emissioni odorigene.

L’impianto genererà emissioni odorigene? Se sì, come saranno trattate?

L’impianto è progettato per contenere al minimo le emissioni odorigene e prevede una serie di accorgimenti che mirano al massimo contenimento dell’impatto.
Lo stoccaggio dei materiali in ingresso all’impianto avverrà in luogo chiuso, così come le fasi di produzione e stoccaggio del compost. Tutti i locali saranno tenuti in depressione per consentire l’emissione di aria all’esterno solo dopo il suo passaggio attraverso un sistema di depurazione.
I locali saranno dotati di un sistema di captazione e convogliamento dell’aria aspirata al sistema di trattamento costituito da biofiltri e scrubber (torri di lavaggio).
All'interno delle torri di lavaggio, con acqua ed eventuali reattivi, l'aria aspirata dai locali di lavorazione subirà una prima depurazione.
Successivamente l’aria sarà trattata nei biofiltri costituiti da «vasche» all’interno delle quali si troverà lo strato di materiale filtrante adagiato su di una superficie grigliata, con camera di distribuzione dell’aria.
Il materiale biofiltrante sarà costituito da cippato legnoso di varia pezzatura.
E’ previsto un piano di manutenzione programmata con sostituzione periodica dei biofiltri.

Quale sarà l’impatto atmosferico generato dal traffico veicolare durante la fase di trasporto dei rifiuti?

Dal punto di vista puntuale l’apporto del traffico veicolare in aumento in loco sarà pari a circa 30 mezzi/giorno (circa il 4 % del traffico ora esistente). La stessa area industriale, al pieno delle sue capacità, aveva generato flussi veicolari molto maggiori rispetto a quelli ora stimati.
Attualmente, vista l’assenza di impianti di compostaggio e digestione anaerobica nel territorio della provincia di Pesaro e Urbino, il trasporto dei rifiuti organici da raccolta differenziata presso impianti localizzati in altre regioni determina un significativo impatto sull’inquinamento atmosferico. Quando l’impianto sarà realizzato i chilometri percorsi dai rifiuti saranno notevolmente ridotti e di conseguenza si avrà un abbattimento dell’inquinamento atmosferico generato.

Il trasporto del materiale diretto all’impianto genererà emissioni odorigene?
No, perché già oggi i veicoli utilizzati per il trasporto della frazione organica sono mezzi stagni, a chiusura ermetica, che minimizzano l’impatto odorigeno del materiale trasportato.

Quale sistema di monitoraggio per le emissioni in atmosfera sarà previsto? E’ applicabile la norma UNI EN 13649?

Le metodiche più appropriate per il monitoraggio, così come la frequenza e le modalità di campionamento, saranno prescritte dall’Autorità Competente nel provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale, così come l’applicabilità della norma UNI EN 13649.
La norma UNI EN 13649 riguarda il monitoraggio dei Composti Organici Volatili (COV) che è possibile effettuare sulle emissioni dei biofiltri ai fini di verificarne il corretto funzionamento.
L’impianto in progetto sarà inoltre sottoposto anche all’iter per ottenere le certificazioni volontarie rilasciate da Ente terzo accreditato, ad ulteriore garanzia di ottime performance gestionali ed ambientali:

  • ISO 9001 – Certificazione per i Sistemi di Gestione per la Qualità (SGQ);
  • ISO 14001 – Certificazione per i Sistemi di Gestione Ambientale (SGA);
  • ISO 45001:2018– Certificazione sistema di gestione sicurezza e salute dei lavoratori;
  • EMAS – Strumento per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni sulla propria gestione ambientale.


Il processo di digestione anaerobica può essere fonte di sviluppo di batteri patogeni, ad esempio clostridi (clostridium botulinum), nel digestato?
Nell’impianto integrato di digestione anaerobica e compostaggio in progetto, il materiale in uscita dai digestori (digestato) non è destinato ad essere utilizzato tal quale, ma subisce un ulteriore processo di stabilizzazione attraverso compostaggio aerobico per la formazione di compost di qualità.
La letteratura scientifica è comunque ampiamente concorde nel ritenere che il processo di digestione anaerobica abbatta il contenuto della maggior parte dei batteri nocivi per l’uomo, rendendo più sicuro l’uso del digestato rispetto al refluo tal quale in ingresso.
Si cita inoltre uno studio di Arpa Veneto (https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/file-e-allegati/documenti/DigestioneC_botulinum_2014.pdf) i cui risultati indicano non solo una sostanziale neutralità dei processi anaerobici ma anche un’evidente tendenza alla loro diminuzione dopo la digestione.

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